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Nuovi progetti in cantiere PDF Stampa E-mail
martedì 22 gennaio 2008

Sabato 19 Gennaio

E' ora di pranzo quando mi chiama Gianluca. Chiede se salgo al Fasce che ha qualcosa per me. Mi affretto a terminare la frutta e corro. Mi ha portato un Ka6 di quattro metri del quale mi aveva parlato. E' bellissimo, peccato manchi la coda. Me lo regala. Poi mi accenna di avere un'altro modello in macchina, questa volta da "vendere". Si tratta di un DG505 con il quale ha volato molto, non è in buono stato ma facilmente riaparabile. Lo prendo.

 

 

Comincio a verificare le condizioni del modello. Dopo lo smontaggio e una ripulita questo è lo stato:

Fusoliera con alcune fratture al centro e con il trave di cosa quasi staccato.

Baionetta piegata. Tubetto per incidenza rotto, attacchi del piano di coda a T da rifare, come da rifare sono le cerniere del direzionale.

Le capottine sono da restaurare e la tiranteria del direzionale (pull pull) da rivedere.

 

  
  
  
  
  

 Decido di fare un lavoro "mezzo ben fatto" e quindi di revisionare il tutto.

Per riparare la fusoliera, consultato il Guru, inizio una riparazione da lui denominata "alla francese". Si asporta materiale lungo le fratture in modo da scavare sempre meno mentre ci si allontana dalle stesse e si riempie poi di fibra e resina lavorando solo dall'esterno, utilizzando molti strati di fibra leggerissima in piccole pezze. Pregi di questa riparazione sono la leggerezza paragonabile alla fusoliera sana e la possibilita di riparare punti irraggiungibili dall'interno. Una volta terminata la riparazione si asporta il materiale in eccesso e poi si stucca con un velo di stucco metallico. Carteggiatina e via. Visto che sono più le parti riparate di quelle sane decido per una carteggiatura totale della fusoliera cui seguiranno varie piccole stuccature di altrettante bottarelle.

Capottine: olio di gomito e alcol per togliere vari strati di nastro e colla. Quindi incollaggio dei pezzi rotti. esteticamente si vede che non sono in buono stato, ma almeno stanno insieme.

La baionetta, così come il tubetto per l'incidenza, basta comprarle e tagliarle a misura. 

Timone: una volta smontato è chiaro che la mappa inferiore ha ceduto, probabilmente nella botta che ha scassato la coda. Poichè, sempre pompato dal Guru, ho intenzione di cambiare la tiranteria del quota, lascio stare il timone in attesa di soluzioni valide per il quota e mi dedico alla piastra servi. Questa è realizzata in multistrato da 4 mm in pioppo e decido di montare gli stessi 2 servi avuti col modello, simmetrici. Solo che uno servirà come prima per il timone, mentre l'altro che era utilizzato per lo sgancio nel volo a traino diventerà il servo del piano di quota.

Ultimo aggiornamento ( lunedì 11 febbraio 2008 )
 
Iniziato anno modellistico PDF Stampa E-mail
martedì 08 gennaio 2008
Ogg, per la prima volta nel 2008, sono riuscito a salire sul pendio. Nei giorni scorsi pioggia neve e una forte tosse mi avevano tenuto lontano dal monte. Sul mare tira una discreta tramontana e quindi salgo più per fare due chiacchiere che per la convinzione di volare. Invece, come talvolta accade, in quota spira una brezza di 6, 7 nodi da sud. Il terreno è bagnato e le pozzanghere sembrano laghetti. Lungo la strada ho incontrato ancora mucchi di neve la strada a tratti è coperta di sale, ma sulla cresta, nonostante la brezza il sole è caldo e si sta benissimo. Monto l'arcus e lancio. Si sta su senza problemi. Faccio qualche volo e relativo atterraggio. Intanto arriva Luigi a cavallo del suo nuovo bolide. Decido di testare il Tito che mi aveva regalato proprio lui e che aveva sempre sofferto di disturbi radio. Ora è equipaggiato di una nuova ricevente PCM1024. Facciamo i test a terra con antenna abbassata e il modello non da segno di ricevere disturbi. E' tempo di lanciarlo e mi fa un pò paura: la brezza è poca, i miei pollici arrugginiti e il modello va bilanciato perchè per ospitare la nuova ricevente ho dovuto installare batterie più piccole. Aggiungo tre euro in punta e li blocco con un fazzoletto di carta. Luigi lanciac e via, si vola. Il modello è ancora cabrato ma provvedo a colpi di trim, dopodichè mi stupisce per come vola bene. Reattivo, preciso, veloce. E in più prende una quota esagerata, come non mi aveva mai fatto con così poca condizione. Faccio qualche tonneau, volo rovescio, solo il looping viene molto storto, ma Luigi mi rincuora, se i piani a V non hanno comandi ultraprecisi il looping non viene. Viene il momento di atterrare, faccio due o tre volte il circuito e quando decido di metterlo giù arrivo un pò lungo e invece di mettermelo ai piedi lo prendo in mano al volo. Vista da fuori potrebbe sembrare una prodezza: sbagliato è stato solo per errore. In ogni caso da oggi, quando il vento lo consente, si vola di Tito - ditertimento garanTito!
  
Ultimo aggiornamento ( lunedì 24 novembre 2008 )
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Gita alle 5 terre PDF Stampa E-mail
martedì 11 dicembre 2007

Fantastiche le Cinque terre. Se non fosse per la srada, un pò tortuosa. In estate può essere piacevole da percorrere su due ruote; ma in inverno, in auto..... una vera noia. Si dice che il mezzo più comodo per arivare in zona sia il treno. Niente di più sbagliato! Lento, scomodo e poco panoramico per via delle numerose gallerie. Voi mi direte come ci vuoi andare?? in barca?? in aereo??

Ultimo aggiornamento ( giovedì 13 dicembre 2007 )
 
Il Mostro PDF Stampa E-mail
giovedì 22 novembre 2007

Ormai da alcuni mesi ciò che resta dell'EasyGlider giace nell'ingresso di casa. Dopo gli ultimi incidenti la fusoliera non è più un granchè, mentre le ali sono ancora in uno stato accettabile. Pìù volte mi è venuta voglia di utilizzarle per fare qualcosa di nuovo. Ieri, ho cominciato. I requisiti del progettto sono: semplicità ed ecomicità; a seguire performances ed in ultimo l'estetica. Come detto le ali erano già disponibili con tanto di baionetta e servi alari montati. Serviva quindi qualcosa di adeguato a tenerle insieme e poi una pseudo fusoliera. Per la prima parte ho optato per la costruzione in vetroresina utilizzando l'ala stessa come stampo.

Ho iniziato montando le due semiali ed unendole con nastro di carta per impedire loro di "svergolare". Ho poi rivestito il tutto con del semplice domopak fermato con elastici e nastro di carta. Quindi sporcato il domopak con poco olio (distaccante) ho resinato con 4/5 strati (1 da 80gr, 2/3 da 160gr ed un ultimo da 80gr di finituta) A metà circa degli strati do inserito sui lati del manufatto un cordone di rowing di carbonio che dovrebbe evitare alla struttura aperture anomale se sollecitata.

Dopo aver lasciato una notte a catalizzare la curiosità è troppa e dopo aver tagliato l'eccesso di materiale libero l'ala per verificare il lavoro. Non ho infatti idea di quale sia il giusto compromesso tra robustezza e peso di una struttura del genere, nè ho intenzione di fare molti esperimenti. Liberato il pezzo, lo osservo e posso notare che nonostante inevitabili imperfezioni non è affatto male e potrebbe anche essere sufficientemente robusto. La bilancia si ferma a 44gr, non troppi. Approvato. Prossimo passo la fusoliera!

Per la fusoliera l'idea è questa: Minimalismo. Un tubo in composito da fissare sotto l'ala. Dopo aver valutato i costi delle calze in carbonio e dei vari tubi in commercio ho deciso che per rispettare il requisito dell'economicità del progetto avrei dovuto fare un azzardo. Eccomi quindi in un noto negozio di articoli per tutti gli sport, al reparto pesca, a comprare una meravigliosa canna da 3 metri del costo di ben 2 Euro. Scopriremo poi se li vale tutti! E' fatta in resina, a tronco di cono, e nella parte anteriore si presta a contenere un pacco di 4 stilo montate "impilate" per la lunghezza. Resta da risolvere il fissaggio all'ala, che vorrei fosse smontabile (se la fusoliera da 2 Euro si rompesse....) ed il fissaggio dell'elettronica. Per la coda sono aperto a diverse soluzioni ma mi piacerebbe provare una bella V, magari pieghevole o smontabile.

 

E' venuto il momento di dedicarsi ai piano di coda. Come già detto avrei in mente una coda a V. Opto per qualcosa di molto semplice: la balsa. Guardo i piani di coda del Tito e li riproduco su carta maggiorandoli. Nel Tito sono spessi 2 mm ma qui non sono sufficienti. Raddoppio, e per dare maggior resistenza opto per un sandwich di balsa 1+2+1. Taglio quindi i 6 pezzi di balsa (n.4 da 1mm e n.2 da 2mm)

 

Prima di incollare con colla alifatica il sandwich decido per un ulteriore rinforzo: a cm dal BU e parallelo allo stesso traccio nella balsa da 2 mm un solco passante nel quale inserisco un tondino in carbonio. 

Infine incollo il tutto e per evitare deformazioni uso la cultura (6 grossi e pesanti libroni).

Ultimo aggiornamento ( domenica 29 novembre 2009 )
 
Riparazione di un Tito PDF Stampa E-mail
mercoledì 21 novembre 2007

 

Premessa:

Il Tito è un modello che mi affascina da tempo. Non avevo avuto molte occasioni di vederlo volare, ma già visto a terra aveva qualcosa di particolare. Luigi lo ritiene un grande piccolo modello, tanto da averne realizzati diversi. Un giorno, nel mostrarmi che tale modello poteva essere pilotato anche in venti forti (non meno di 80km/h) è accaduto un incidente ed il modello è andato in pezzi. Quel giorno io mi sentivo un verme per aver richiesto la dimostrazione mentre Luigi, serenamente, me lo ha ceduto. A questo punto avevo l'obbligo morale di rimetterlo in sesto e farlo tornare, se non all'antico splendore, almeno a volare. E sarebbe stato pre me, prima una palestra di riparazione e poi una macchina sicuramente più performante dell' EasyGlider  con la quale fare esercizio.

Nello schianto l'ala, tutta di un pezzo si è spezzata in due e alcune parti di balsa sia di rivestimento che delle centine è andata smarrita. Altri incollaggi dell'ala sono saltati. Nella fusoliera i danni sono stati minori; alcuni segni qua e là ed una crepa nell'attaccatura del tubo in carbonio. La cosa a V era apparentemente illesa ma sotto il rivestimento la balsa era rotta in due pezzi. Io non ho nessuna precedente esperienza di costruzione/riparazione in balsa, quindi la ricostruzione è una sfida.

Come prima operazione, il giorno stesso dell'incidente,  comincio a staccare da ala e coda il materiale plastico di copertura. Nelle parti piane l'opera procede speditamente, mentre nel BE e BU dell'ala ed in generale ovunque ci sono due strati sovrapposti è necessario ricorrere ad una lama affilata, pazienza e delicatezza.

  
  

Da ora il lavoro si fa più delicato. Occorre ricostruire le parti di centine mancanti. Sono in balsa da 1 mm. Per gli incollaggi utilizzo ciano, alifatica e 5 minuti. Particolare attenzione durante la ricostruzione delle centine centrali, quelle che andranno incollate insieme per unire le semiali dopo aver inserito un tondino in metallo all'interno della baionetta in carbonio. Alcune centine hanno subito danni in posizioni quasi irraggiungibili, in questo caso sono obbligato a realizzare una parte di centina "gemella" da incollare affiancata all'originale, con conseguente (piccolo) aggravio di peso. Terminato il restauro delle centine effettuo la ricostruzione delle porzioni mancanti del rivestimento periferico dell'ala. Con il cutter rendo la parte mancante simile ad una qualche figura geometrica e quindi la ritaglio sulla balsa per il sucessivo incollaggio. Ripasso quindi tutti gli incollaggi tra la baionetta in carbonio e la centine con la ciano.

L'unione delle semiali va realizzata tenendo conto del diedro originale e facendo attenzione a non svergolare. Si fa uso abbondante di spessori e morsetti e colla che consenta il riposizionamento dei pezzi (no ciano).

Ultimo aggiornamento ( venerdì 23 novembre 2007 )
 
Le modifiche all'Arcus PDF Stampa E-mail
lunedì 19 novembre 2007

 

Durante la costruzione, le due semiali sono state fresate con una punta a testa sferica dalla sede del servo fino alla radice e nelle cavità sono stati incollati due tubi con duplice scopo: rendere i cavi dei servi alari sfilabili e ed aumentare la rigidità delll'ala. Dopo qualche volo come aliante puro ho deciso di motorizzarlo, ed è stato quindi realizzato un musetto in vetroresina smontabile in blocco con ordinata e motore.  Questa modifica ha reso necessaria aggiungere piccola zavorra in coda,  Il terzo step di modifica è avvenuto direttamente sul campo in un momento di debolezza. Vedendo fare numeri ad un altro modello ho deciso di asportare le estremità alari, eccessivamente ricurve verso l'alto che impedivano al modello di comportarsi onorevolmente in qualche figura acrobatica. Detto fatto. Grazie alle abili mani di Luigi dopo 5 minuti il modello volava con il suo nuovo carattere. Decisamente più impegantivo da condurre ma altrettanto divertente. Molto più reattivo, ha smesso di sballottare in mezzo alle bolle di termica, è diventato più veloce. Per contro necessita di più condizione per stare su (in larga parte da attribuire all'aumento di peso di musetto motore e zavorra) e tende a scivolare all'interno durante le virate chiedendo durante le stesse cabrate più decise. Altra modifica alla fusoliera è stata fatta per azzerare il gioco tra ali e fusoliera. In un primo momento ho realizzato mediante laminazione in resina e fibra di vetro una sorta di cappello che avrebbe dovuto fermare in posizione le ali e la fusoliera. Verificato che non era sufficiente a bloccare tutto il movimento si è passati a rivestire con balsa da 1 mm la parte di fusoliera a contatto con la parte inferiore dell'ala. Con questo lavoro i movimenti dell'ala sono diventati un ricordo e il modello ha smesso di cambiare comportamento per un nonnulla.

  

Dopo alcuni mesi di proficuo utilizzo di questo modello, ho deciso che un rateo di salita di 50 gradi non mi era più sufficiente e quindi ho provveduto a modificare il musetto affinchè potesse ospitare un motore di potenza (e quindi ingombro e peso) maggiore. Fatto questo, occorreva ribilanciare il modello e creare ulteriore spazio per le batterie, quindi sono stati spostati i servocomandi di timone e quota sul trave di coda dotandoli di idonee prolunghe. Gli scassi fatti sulla coda per ospitare i servocomandi hanno indebolito troppo la struttura, ho quindi laminato un "semicollare" sulla trave di coda per restituire alla stessa la robustezza perduta. Questa operazione ha reso tra l'altro, i comandi più efficienti essendo diminuiti molto sia gli attriti che i giochi.

Le prossime modifiche previste riguarderanno l'installazione di una Flycam nella capottina modificata per rendere il modello una efficace videocamera volante.

I primi test del modello con la nuova motorizzazione, alimentato da 3 celle lipo da 1300mah 25C e spinto da elica 10/6 hanno dato ottimi risultati; salita verticale senza sforzo. Presto testerò sia la 11/6 che la 12/6 in cerca del miglior compromesso tra prestazioni e assorbimento.

 

Ultimo aggiornamento ( mercoledì 28 gennaio 2009 )
 
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