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Un blog di tutte le sezioni senza immagini
L'inizio PDF Stampa E-mail
martedì 31 marzo 2009

L'elettonica

Cicilicamente mi torna la voglia di approfondire le mie scarse conoscenze in materia e, come al solito, il mio approccio è "reverse"; cioè non passo dalla teoria alla pratica ma faccio esattamente il contrario. Di solito penso di fare una cosa qualsiasi, compro più o meno il necessario e poi mi pongo il problema di come usarlo...... Nella fattispecie ho comprato alcuni microcontrollori (chi non sapesse di che si parla può dare un'occhiata qui ).

 L'uso di questi "ragnetti" può essere davvero stimolante purchè si abbia una qualche conoscenza dei linguaggi necessari a programmarli. La mia quasi totale ignoranza dei linguaggi di programmazione di "basso livello" mi ha portato a scegliere dei micro che potessero essere programmabiti in una "lingua" facile, il basic. Guardato un pò in giro cosa offre il mercato ho scelto i Picaxe per alcune loro caratteristiche: Primo, come detto, si programmano facilmente in basic. Secondo hanno al loro interno alcune caratteristiche peculiari molto interessantti già implementate, Terzo sono piuttosto economici, Quarto, essendo nati anche con scopi didattici in internet si trovano molte informazioni e spunti anche interessanti

 

I miei primi esperimenti hardware/software ad oggi sono stati:

Interfacciare uno e più  led gestendone accensione e spegnimento

interfacciare un potenzionetro acquisendone il valore

collegare un servocomando e gestirne il movimento

gestire il movimento del servocomando tramite un potenziometro

collegare due picaxe tramite porta seriale e comandare un servocomando collegato ad uno dei due tramite potenziometro collegato all'altro

collegare e gestire un buzzer

collegare e gestire una tastiera da pc per gestire subroutines

collegare un ricevitore irda e gertire carichi con un telecomando ad infrarossi

Ultimo aggiornamento ( lunedì 13 aprile 2009 )
 
TurboGlider One PDF Stampa E-mail
giovedì 26 marzo 2009
Si avvicina il giorno del collaudo della versione Two di questo ambizioso progetto di Luigi e mi sembra quindi doveroso rispolverare un pò di materiale relativo al suo predecessore. Di che si tratta? Direi che nel campo dei veleggiatori "turbinizzati" è forse il primo caso di macchina "compatta".

 

 

 

 

 

 

 

 

  
   
   
   
   
   
Ultimo aggiornamento ( giovedì 26 marzo 2009 )
 
Silenzio radio PDF Stampa E-mail
martedì 24 marzo 2009

Non importa quanto investi in apparati radio, riceventi e batterie.  Puoi essere, prudente,  previdente, accorto; prima o poi ti succederà comunque l'incidente. E tornerai a casa con il modello rotto e l'amaro in bocca dato dal non sapere perchè è successo e se si ripeterà la prossima volta...... sabato è stata la volta di Luciano.

Il commento di un amico: succede a chi vola.

Ultimo aggiornamento ( martedì 24 marzo 2009 )
 
Questione di pollici PDF Stampa E-mail
martedì 03 marzo 2009

C'è chi atterrando ammacca le macchine e c'è chi, anche col nebbione, atterra "in mano"

 

E vi siete persi l'atterraggio successivo. Provo a descriverlo:modello in volo rovescio pochi metri sopra il pendio. Si stacca la capottina e vola via. Modello sempre in rovescio, battera e ricevente spenzolanti dal modello capovolto. Il pilota per nulla preoccupato, nella nebbia, continua a pilotare. La batteria dopo aver ondeggiato a lungo si stacca e cade (non verrà più trovata) il pilota pensa: forse è meglio atterrare, c'è nebbia e poi ho fame! Addrizza il modello e atterra lì vicino, naturalmente senza danni. Se non è manico questo!!!

 

 

Ultimo aggiornamento ( martedì 04 agosto 2009 )
 
Gli Sherpa PDF Stampa E-mail
domenica 15 febbraio 2009

Gli sherpa vivono nella zona orientale del Nepal. Per rintracciare la loro origine occorre risalire molti secoli nel passato, quando un primo gruppo etnico che risiedeva nel Tibet orientale decise, non si sa bene sotto effetto di quale spinta, di trasferirsi a sud della catena himalayana. L'origine tibetana degli sherpa appare evidente non solo per i tratti somatici e per le affinità dei linguaggi, ma altresì per la loro cultura e per la loro fede religiosa.

Il loro congenito adattamento alle grandi altezze e la circostanza di abitare ai piedi dei colossi himalayani li pose in condizioni di privilegio, nei confronti di altre etnie, allorché si dovettero reclutare i portatori d'alta quota necessari per le prime spedizioni alpinistiche pesanti degli anni '50 e '60. Il loro carattere socievole, la loro resistenza alla fatica e la specializzazione che essi acquisirono svolgendo tale attività, spiegano la preferenza che a tutt'oggi viene loro data non solo per le spedizioni alpinistiche vere e proprie. In tempi recenti però, con il progredire della teconologia anche gli Sherpa per rimanere competitivi devono sottoporsi ad allenamenti durissimi, visto che i loro clienti Himalaiani ormai non rinunciano a portarsi appresso neppure il superfluo. Ed ecco quindi che anche sui nostri monti è possibile incontrare sparuti gruppi di portatori di origine Sherpa che si allenano duramente per essere pronti a servire al meglio i loro clienti.

Vi chiederete come possa un portatore Sherpa trovare carichi tanto gravosi da migliorare la sua resistenza. E' quello che mi sono chiesto anche io sino a quando, giusto ieri ho conosciuto due di questi valorosi portatori, tale Maximn Magniennn e tale Jeanluck Bartlinx.

Due secondi di conversazione e poi sono spariti, veloci come il vento sotto il loro gravoso carico. A stento sono riuscito a fotografarli, giusto perchè qualcuno non mettesse in dubbio la mia parola. Se vi ho incuriosito, guardate oltre

 

Ultimo aggiornamento ( domenica 15 febbraio 2009 )
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Tramontana DOC PDF Stampa E-mail
domenica 15 febbraio 2009
 

Non capita spesso, ma ogni tanto in pochi metri quadrati si riescono a radunare i seguenti elementi: una bella tramontana, uno splendido sole, temperatura accettabile,  terreno asciutto, modelli e modellisti. Ieri era uno di questi rari giorni e chi transitava sul pendio era stupito del continuo fischiare di ali.

In aria si è visto un pò di tutto, dal metro ai quattro. Dai 4 etti scarsi del Tito agli oltre 12 di un Lo100. C'è chi giura di aver visto anche una corriera fare numeri degni di nota. Un'ultima nota sui materiali: ieri al Cornua si è vista poca balsa, tanta fibra di vetro, tanto carbonio, niente polistirolo! Di seguito qualche foto di ciò (non tutto) che ha volato.

  

 

 

 

 
   
   
   
   
   
   
   
   
Ultimo aggiornamento ( domenica 15 febbraio 2009 )
 
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